lunedì 24 novembre 2014

Una foto a Capri in una giornata a rischio

Quando la redazione di un giornale ti incarica di realizzare delle foto al volo e non hai il tempo per organizzarti al meglio, devi sapere che vai incontro a dei rischi e devi saperli fronteggiare.
Ecco cosa potrebbe accadere...

Non era ancora iniziata l'estate '94 e il photo editor della redazione di Napoli di Repubblica mi chiese delle foto di una ragazza coi faraglioni di Capri sullo sfondo.

All'epoca avevo un nutrito database di amiche e ragazze fermate per strada, sugli autobus, nelle discoteche, alle quali proponevo di far parte del mio schedario che usavo per contattarle quando se ne sarebbe presentata la necessità in cambio di un compenso.

Per le foto di Capri contattai una bella ragazza che conobbi tramite un avviso che misi su Bric'a'Brac. L'avevo già fotografata in precedenza e non mi dava problemi di fotogenia o di armonia del corpo.
Ma la mattina dell'appuntamento al molo Beverello non c'era e l'aliscafo stava per partire. Ed io mi imbarcai da solo pensando "che casino... e mò?".

Mi telefonò sul vecchio cellulare OKI che avevo all'epoca dicendomi che aveva perso l'autobus per arrivare a Napoli e la tranquillizzai rispondendole che non sarebbe mancata altra occasione.

Quella mattina a Capri dovevo quindi risolvere il problema. Ero da solo con la mia Nikon FM2.
Iniziai a girare tutte le spiagge dove c'erano i faraglioni a vista ma non potevo certo continuare a rubacchiare foto alle donne in topless che avrebbe potuto fare chiunque avesse avuto almeno un 300mm.

Arrivai a Marina Piccola e vidi una ragazza abbastanza slanciata vicino a un telefono pubblico di un bar. Iniziai a puntarla e notai che lei mi guardava perchè probabilmente interessata al fatto che avessi una fotocamera a tracolla.
Mi avvicinai e le dissi che dovevo risolvere un problema e se poteva posare per me. Ne fu felice ma non perchè volesse diventare una velina, ma perchè si sensibilizzò alla cosa in quanto era collaboratrice di un giornale di Bologna e capì che stavo nei casini.

Gli scogli dei faraglioni erano dunque superati, ma ci fu un altro scoglio: il permesso della madre visto che la tipa era ancora minorenne. La madre mi chiese il tesserino di giornalista che io non ho mai avuto e le spiegai che un fotografo non deve essere necessariamente giornalista per pubblicare sui giornali. Si convinse e finalmente riuscii a tirare qualche scatto coi cinque minuti decisi dalla mamma-manager alla quale feci firmare poi la liberatoria che in questi casi porto sempre con me.

La foto che vedete qui fu poi ripubblicata svariate volte. A volte coi faraglioni per intero, a volte no perchè tagliata. Non è un granchè di foto ma era quello che voleva il photo editor. Con la ragazza rimasi in contatto per qualche anno ma ora non ne ricordo più il nome.

Morale:
qualsiasi incarico abbiate, non mollate. Portate sempre a casa qualcosa. Siate testardi, siate umili nell'approcciare la gente. Siate veri, leali e trasparenti.

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